Alba sull'Atlantico (Puerto Madryn, Argentina)

martedì 9 novembre 2010

UNA VITA SOTTO TERRA - Cerro Rico, Potosi, Bolivia (novembre 2010)


Immaginereste mai di poter vivere intere giornate senza vedere la luce del sole, respirando polveri tossiche, facendo un solo pasto al giorno, passando da 40gradi a zero in pochi minuti e infilandovi in cunicoli strettisimi a centinaia di metri sotto terra con un intera montagna bucata come un groviera sulla testa?
A Potosi, da generazioni, il lavoro del minatore e' il principale impiego e viene tramandato da padre in figlio come fosse un'arte.
Un minatore e' un vero imprenditore di se stesso, paga una concessione annuale ad una cooperativa per l'utilizzo della miniera e tutto cio' che trova e' suo ad eccezione di un altro 15% che lascia ogni mese a quest'ultima.
I minatori si dividono in 2 categorie: chi trova la vena di minerali, fa fortuna e di conseguenza oltre a comprarsi casa e macchina riesce a migliorare i propri standard lavorativi (banalmente riesce a far arrivare dei tubi di ossigeno nella zona del suo scavo o utilizza strumenti moderni per l'estrazione del minerale) e chi invece non fa fortuna e continua a vivere di stenti e a lavorare con metodi che risalgono al 1600. Le 2 categorie hanno in comune il medesimo destino: vivere non oltre i 50\55 anni.
Siamo scesi nella miniera attiva del Cerro Rico accompagnati da ex minatori (ex solo perche' colpiti da incidenti gravi che sebbene gli abbiano risparmiato la vita, non gli permettono piu' di continuare il proprio lavoro) per toccare con mano l'arte, le difficolta' e la devozione di chi scende a lavorare sotto terra.
Proprio come fa un minatore ogni mattina, ci siamo fermati a comprare un candelotto di dinamite per 20bolivianos (circa 3$) e fatto scorta di foglie di coca (i minatori ne masticano fino a 300 al giorno, circa 25 volte in piu' di quanto siano soliti fare i Boliviani, per non sentire fame, sete, sonno, fatica).
Abbiamo assistito alla loro preparazione: prima di scendere sotto terra trascorrono alcune decine di minuti in totale silenzio pensando solo a cio' che dovranno fare una volta nella minera, una sorta di ritiro mentale e spirituale.
Gia' a pochi metri dall'entrata siamo stati assaliti da polveri che rendevano quasi impossibile la respirazione, abbiamo camminato carponi scendendo in cuniculi da cui astento passavamo, il tutto con la temperatura che aumentava e l'ossigeno che diminuiva. Alcuni di noi sono dovuti tornare indietro e chi e' rimasto ha fatto su di se un lavoro psicologico non da poco... eppure gli eroi sono loro che lo vivono tutti i giorni.
La miniera e' un luogo sacro, il minatore venera 2 divinita': la Pachamama (madre terra) e El Tio (il signore del sottosuolo, compagno della Pachamama).
Entrambe le divinita' vanno onorate. Poiche' la miniera e' un luogo privo di ogni forma di vita, la Pachamama viene festeggiata una volta all'anno con una vera festa che si svolge sotto terra. In quest'occasione la miniera viene abbellita con petali di fiori, fiori e festoni colorati con il solo obiettivo di renderla bella, viva e fertile in modo che possa restituire dei doni.
El Tio (di cui vedete una foto), costruito dai minatori dove sono stati rinvenuti grosse quantita' di minerali, viene onorato tutti i giorni con doni (foglie di coca, sigarette e alchool).

E' rassicurante vedere come al mondo ci siamo delle persone che nonostante facciano un lavoro pericoloso e umile riescano a mantenere una relazione con il pianeta terra capace di alimentare un circolo virtuoso di energia positiva (scambiano amore, devozione e doni in cambio della propria vita e dei minerali che troveranno). Loro sanno che il pianeta terra e' vivo, ha amore ed energia in equilibrio con gli esseri viventi e per questo cercano di non incrinarne i meccanismi.
E' sconcertante invece vedere come noi occidentali, pur facendo i nostri lavori su sedie di pelle in stanze pulite e comfortevoli continuiamo ad avvelenare il pianeta con le nostre energie negative trattiamo il mondo come una natura morta. 

1 commento:

  1. molto bello ed interessante, mi è piaciuto tanto.
    Madre Terra viene onorata e chiamata con diversi nomi, ma sempre amata e rispettata da quei popoli che ricordano come sia essa che ci offre nutrimento ed energia.
    E' triste invece che siano tanti i luoghi sul pianeta in cui interi popoli la feriscono e la offendono.
    I nativi americani attraverso i loro rituali trasmettono una spiritualità legata a quella di Madre Terra.
    Sarebbe auspicabile un impegno comune di tutti gli uomini in un lavoro di guarigione della Terra, ma intanto ognuno di noi può iniziare nel proprio piccolo a fare la "propria piccola parte" in questo mondo, io credo.
    Noi siamo tutti parte di una unica energia, quella di Madre Terra.
    Così vi saluto e vi auguro buon viaggio e buona ricerca
    francesca
    In lak’ech (io sono un altro te stesso)

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